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Il peccato originale delle materie STEM

Aggiornamento: 17 mag 2023

Politics Hub ospita le professoresse Laura De Biaggi e Marzia Re Fraschini.


La storia della scienza ha fatto finora ben poca giustizia al gentil sesso, escludendolo dalla sua pratica prima e oscurandone il ruolo poi. Solo recentemente ci sono stati i primi passi nella giusta direzione; la strada, però, è ancora tutta da tracciare. Politics Hub non poteva esimersi dal provare a contribuire a questo percorso: perciò abbiamo invitato le professoresse Laura De Biaggi e Marzia Re Fraschini per avere una prospettiva tanto fondamentale quanto sottovalutata sul “peccato originale” delle materie STEM.

La nostra analisi è partita dall’origine del problema, così come percepito all’interno delle aule scolastiche. Entrambe le professoresse hanno individuato nella percezione sfalsata delle materie la chiave per comprendere il problema. Molte studentesse, infatti, credendo le materie STEM troppo difficili, non le approfondiscono a dovere e non hanno quindi la possibilità di scoprire il loro fascino. All’origine di ciò non vi è un’inclinazione naturale, ma un metodo pedagogico inadeguato, che si concentra fin troppo sulla “grammatica” delle materie scientifiche e troppo poco sulla loro applicazione reale. Ad aggravare questo problema sono docenti e libri di testo, ancora legati a strategie ormai obsolete. Non è però la sola percezione delle materie STEM ad aprire il divario tra ragazzi e ragazze: infatti, ambedue le professoresse hanno individuato il seme dei futuri problemi nell’assenza di iniziative d’orientamento nelle scuole medie. In un periodo decisivo per la scelta del proprio futuro lavoro (basti pensare che a 13 anni i ragazzi riducono e circoscrivono le loro aspirazioni), la scuola è assente, lasciando ai retaggi familiari e culturali la parte del protagonista nelle scelte delle ragazze.

Il cambiamento passa sia da un cambio di mentalità, sia da misure concrete. La famiglia dovrà essere più coinvolta nella sua relazione con la scuola e divenire consapevole del proprio ruolo nella scelta delle studentesse. Le istituzioni scolastiche dovranno creare i presupposti per approfondire e quindi appassionarsi alle materie STEM, investendo nella formazione dei docenti, nelle sperimentazioni didattiche (su tutte la maggiore integrazione delle materie STEM) e nel rinnovamento dei laboratori. I PCTO dovranno cercare di avvicinare le ragazze alle materie scientifiche o industriali e permettere loro di vedere le applicazioni concrete della teoria studiata a scuola. Si dovrà infine migliorare l’orientamento alle scuole medie, portando modelle ispiratrici per le giovani studentesse. Su quest’ultimo punto si concentra il progetto “STEM, un gioco da ragazze” di cui si occupa la professoressa De Biaggi, nato proprio per avvicinare le alunne delle scuole medie al mondo delle scienze.

Questa iniziativa è l’emblema di quanto ci è stato offerto in questo incontro: dei preziosi spunti nati non da idee astratte, ma da esperienze personali e concrete. Con le professoresse abbiamo potuto esplorare un punto di vista spesso ignorato e scoprire progetti che cercano di invertire la tendenza che per secoli ha dominato le materie scientifiche: non ci resta quindi che ringraziare le nostre ospiti per la loro disponibilità e per il loro prezioso contributo e invitare tutti voi lettori a unirvi al nostro percorso!



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