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Soldi e successioni: Cosa Nostra dopo Messina Denaro

Aggiornamento: 12 apr 2023

La parola 'mafia' evoca immagini di uomini d'affari in abiti eleganti che stringono accordi sottobanco in luoghi appartati, o di uomini che intimidiscono i cittadini con la minaccia della violenza. Ma Cosa Nostra è qualcosa di più: un'entità viva e in continua evoluzione che ha messo radici profonde nella società italiana, minando le fondamenta della giustizia e delle istituzioni.


Il Maxiprocesso condotto da Falcone e Borsellino a cavallo degli anni ‘80 e ‘90 rappresentò un momento cruciale nella lotta contro la mafia in Italia. I magistrati scoperchiarono un sistema di corruzione e collusione tra politica, affari e criminalità organizzata, portando alla luce il ruolo chiave della mafia nell'economia del paese.

Come sappiamo, Matteo Messina Denaro è stato l’ultimo "superlatitante" della stagione stragista, la reazione efferata alla stretta della giustizia sui mafiosi, che culminerà con gli attentati ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel maggio e luglio 1992. Messina Denaro è quindi il nome che ha risuonato più spesso nei telegiornali negli ultimi anni.. Considerato uno dei principali boss della mafia siciliana, è riuscito a evitare la cattura per trent’anni. Si stima che il suo patrimonio corrisponda al valore in beni per 4-5 miliardi a lui riconducibili tramite prestanome.


Partendo da questo dato potremmo chiederci quale sia il giro d’affari delle organizzazioni mafiose in Italia.

Uno studio della CGIA di Mestre, pubblicato il 21 gennaio 2023, stima (al ribasso) che la mafia fatturi all’anno circa 40 miliardi di euro, il 2% del PIL italiano. Per essere più concreti, si tratta di 109 milioni di euro al giorno. Questi dati sono la conferma che le organizzazioni criminali, abbandonate le tattiche stragiste, hanno virato su strategie affariste in grado di pervadere l’economia, spesso offrendo liquidità facile ad imprenditori in difficoltà, non solo del Mezzogiorno ma anche del Centro Nord.

In questa relazione della Banca d’Italia, risalente a dicembre 2021, si evidenziano le aree geografiche con maggiore presenza mafiosa sul territorio italiano. Emerge che la presenza di organizzazioni criminali non sia ormai circoscritta alle sole province del Centro-Sud, ma si sia allargata anche a quelle del Centro-Nord. Tra quelle con un indice più elevato troviamo Roma, Genova e Imperia mentre i territori con una minore presenza della criminalità organizzata sarebbero le province del Triveneto, la Valle d’Aosta e l’Umbria.

(La criminalità organizzata in Italia: un'analisi economica - S. Mocetti e L. Rizzica)


Ora che Messina Denaro è stato arrestato, chi prenderà il suo posto?

Non c’è ancora una risposta definitiva a questa domanda, ma di sicuro la mafia nel tempo ha dimostrato di essere un’organizzazione resiliente. Dall’ultima relazione semestrale della DIA - Direzione Investigativa Antimafia - pubblicata il 30 settembre 2022, sappiamo che in Sicilia occidentale non sono avvenuti grandi cambiamenti nel mondo della criminalità organizzata. Diverso è il discorso nella zona orientale dove, soprattutto a Catania, i clan mafiosi sono in piena operatività, guidati, in particolare, dalle storiche famiglie Santapaola-Ercolano e Mazzei.

Relazione II Semestre 2021, DIA - Famiglie storiche operanti in Provincia di Catania


La città di Palermo continua a essere suddivisa in 8 mandamenti, zone di influenza controllate da 3 o più famiglie, composti complessivamente da 33 nuclei. La provincia è invece strutturata in 7 mandamenti, composti da 49 famiglie.

Relazione II Semestre 2021, DIA - Famiglie storiche operanti in Provincia di Palermo


La Cosa Nostra trapanese è strettamente legata a quella palermitana. Essa continua ad essere articolata nei 4 mandamenti di Trapani, Alcamo, Mazara del Vallo e Castelvetrano, a loro volta suddivisi in 17 famiglie. “Ai vertici dei mandamenti di Trapani e Alcamo risulterebbero avvicendarsi, con un sistema di successione quasi dinastico, gli appartenenti delle locali storiche famiglie. Così come per quello di Castelvetrano riconducibile al latitante Matteo Messina Denaro e a elementi della sua cerchia familiare”.

Relazione II Semestre 2021, DIA - Famiglie storiche operanti in Provincia di Palermo


Da questo quadro emerge un substrato socio-economico che prescinde dal boss appena arrestato, nonostante sarà ricordato come un momento iconico per la lotta alla mafia. I tentacoli della mafia sono così ramificati che pensare all’arresto come ad un punto di svolta nella lotta al sistema criminale è un azzardo.

Se volete approfondire gli ultimi aggiornamenti sulle dinamiche delle organizzazioni mafiose presenti in Italia, vi condividiamo il link all’ultima relazione semestrale della DIA. Buona lettura!


Marco Agrello, Jacopo Bogo


FONTI:



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