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Il vaccino finanziario: la scoperta medica che scuote la Borsa

Aggiornamento: 3 apr 2023

Il momento più atteso dell’anno è finalmente arrivato: il 9 novembre l’azienda farmaceutica statunitense Pfizer, in collaborazione con la tedesca BioNTech, ha annunciato al mondo che il suo vaccino sperimentale sarebbe nel 90% dei casi efficace a prevenire l’insorgenza dei sintomi dell’infezione da Covid-19.

Non sono però solo medici, infermieri e cittadini ad esultare. Nel giorno del comunicato, i mercati finanziari hanno spiccato il volo, con Milano, Parigi e Francoforte ai massimi livelli dall’inizio della pandemia. Anche Wall Street, proseguendo il trend positivo dettato dall’elezione di Joe Biden, ha chiuso la giornata in rialzo.

Questo è dovuto ad una semplice constatazione, troppo spesso data per scontata: la base di ogni mercato finanziario è la fiducia. O meglio, la base di qualunque mercato è la fiducia. Basti pensare che, quando lavoriamo, siamo disposti a scambiare il nostro tempo, le nostre competenze e/o i nostri beni per dei “pezzi di carta” (le banconote), completamente privi di qualsivoglia valore se in sé considerati. Hanno valore perché crediamo che abbiano valore, e riponiamo fiducia nel fatto che esso sia riconosciuto anche da altri soggetti, che accetteranno la moneta come merce di scambio per beni dotati di un valore intrinseco (il pane, una casa, un libro…). Ma se andassimo all’isola di North Sentinel, nel mezzo dell’Oceano indiano, e chiedessimo di accettare un blocco di banconote da 500mila euro in cambio di un po’ di pesce crudo, la risposta sarebbe sicuramente negativa (e anzi, rischieremmo di trovarci una freccia conficcata in fronte).

In modo non dissimile funzionano i mercati finanziari – anche se lì le frecce servono al massimo per indicare i trend –: quando c’è un clima di fiducia, gli investitori tendono ad acquistare strumenti finanziari, confidando nel fatto che essi aumenteranno di valore e potranno essere rivenduti ad un prezzo maggiore di quello d’acquisto. L’aumento della domanda di titoli, per la basilare legge della domanda e dell’offerta, ne incrementa il valore. Insomma, senza “fiducia” non esisterebbe nessun mercato moderno, tanto meno quello finanziario. E la scoperta di un vaccino che potrebbe definitivamente porre fine ad una pandemia globale – il Lettore perdonerà il gioco di parole – è decisamente una bella iniezione di fiducia.

Ecco perché i mercati volano, e volano alto. In particolare, le imprese maggiormente beneficiate dall’annuncio sono state quelle che più hanno sofferto il perdurare del lockdown: si pensi ai tour operator, alle compagnie aeree e al settore dell’energia (specialmente del petrolio), gravemente colpite dalle restrizioni negli spostamenti.

Un primo esempio è quello della Carnival Corporation, maggiore operatore mondiale nel settore delle crociere, i cui titoli hanno guadagnato il 31.98% nell’arco di 24 ore, sulla spinta di investitori ben consapevoli che, dopo un anno di sacrifici, non c’è niente di meglio che una rilassante crociera ai Caraibi (e, a questo punto, non a North Sentinel).



Ancora, si può considerare l’andamento dei titoli della United Airlines, compagnia aerea leader negli USA, che ha toccato il +15% durante la giornata:



Come sempre accade, tuttavia, la fortuna di uno è la sventura dell’altro. Vi sono infatti imprese che hanno subìto un forte contraccolpo a seguito della dichiarazione di Pfizer: non si tratta (solo) dei produttori di mascherine, ma di tutti gli erogatori di servizi online avvantaggiati dalla condizione di distanziamento sociale e, di conseguenza, potenzialmente svantaggiati dal vaccino. E d’altra parte, nel corso del lockdown, chi non ha aumentato il numero di videochiamate con gli amici o di “divanate” davanti a un film?

Ecco che il colosso delle telecomunicazioni Zoom Video Communications Inc., più noto semplicemente come “Zoom”, dopo aver quintuplicato la sua capitalizzazione da inizio anno, ha perso oltre il 13% nell’arco di alcune ore, raggiungendo il 10 novembre il punto più basso degli ultimi due mesi.



Discorso del tutto analogo per Netflix, colosso dell’intrattenimento online, i cui titoli sono caduti del 7%, in virtù del timore – ancora tutto da verificare – che gli utenti preferiscano un’uscita con gli amici piuttosto che coperta e popcorn.



A questo punto, è doverosa una riflessione. Come abbiamo visto, gli ultimi giorni sono stati frenetici per gli operatori finanziari: c’è chi ha guadagnato milioni e chi ne ha persi altrettanti. In tutto ciò, nel mondo “reale”, nulla è successo: il lockdown continua a imperversare, il virus a diffondersi e i vicini a cantare “Ci sarà” di Al Bano e Romina Power dal balcone. Il vaccino non c’è, e pare che sarà distribuito non prima di metà 2021. Nel frattempo, come si evince dai grafici, le oscillazioni sono andate via via scemando: i titoli che erano lievitati hanno perso parte del loro valore, e viceversa i titoli che erano crollati.

Dunque, la domanda finale non può che essere questa: quanto sono sostenibili nel lungo termine i moderni mercati finanziari, più volte stravolti da una semplice dichiarazione? Una risposta univoca ad oggi non esiste: ciò che importa è che, quando arriverà, non sia ormai troppo tardi.

Riccardo Canossa

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