Il 17 Novembre al Teatro Tirinnanzi di Legnano Politics Hub ha aperto la prima serata dell'edizione 2022 del Festival. Rileggiamo ed esploriamo le parole dei nostri ospiti, eminenti figure del campo giuridico e carcerario, per rivolgere il nostro sguardo alla Costituzione italiana, e alla sua maternale missione di tutela dei cittadini
Cosa ci fanno due ex ministri della giustizia, un professore di diritto costituzionale e la direttrice di una casa circondariale su un palco di Legnano?
Con la prima serata del Festival 2022 Politics Hub rilancia una tematica tanto delicata quanto stimolante: Equità intergenerazionale.
Davanti a un pubblico di tutte le età i nostri illustri ospiti, sulle tracce pensate dai giovanissimi che compongono la nostra Associazione, hanno esplorato ed esposto i punti più critici della vita giuridica della Repubblica, talvolta disaffezionata e sleale verso la Costituzione. Nelle persone degli onorevoli Alfonso Bonafede e Andrea Orlando, già ministri della giustizia durante l’ultima legislatura, del professore Andrea Furlan, docente associato di diritto costituzionale all’Università Bicocca di Milano, e della dott.ssa Cosima Buccoliero, ex-direttrice del carcere di Bollate e attuale direttrice della casa circondariale Lorusso e Cotugno di Torino, abbiamo trovato delle affidabili guide per rileggere, con consapevolezza storica e tecnica, quegli articoli del testo costituzionale che mirano alla tutela, alla salvaguardia e cura delle future generazioni.
Ambiente, carceri, lavoro, istruzione; sarebbe sleale liquidare l’inesauribile letteratura che si è sviluppata per informare, investigare e proporre soluzioni sulle mancanze e ferite dell’Italia riguardo questi argomenti affermando che la soluzione si trova rileggendo un pezzo di carta del 1948. Tuttavia, è dovere civico rammentarci, quando riusciamo a notare solo le piaghe delle crisi odierne, dell’affetto e della lungimiranza con cui i nostri costituenti sigillarono la versione finale della Costituzione.
“Uno statuto flessibile”, così apre il professor Furlan. Non certo una flessibilità che racconta morbidezza o inconsistenza, bensì adattabilità, rinnovabilità. Molto è cambiato dal ‘48, e se gli eventi hanno influito sui lineamenti della Costituzione è proprio perchè i suoi redattori avevano compreso il valore del progresso, nel senso del più nobile rispetto del necessario avanzamento dei diritti, dei valori, all’epoca ancora sconosciuti nel dettaglio. Un cammino verso il presente non abbandona mai i principi fondamentali che hanno plasmato l’identità democratica repubblicana, ma traduce le necessità, i desideri della contemporaneità in lettera giuridica nazionale, sotto lo sguardo vigile della Corte Costituzionale. “Ha vita propria”, raccontano gli onorevoli Bonafede e Orlando: la Costituzione è una creatura giuridica che respira, nata in decenni remoti eppure mai anacronistica, da nutrire costantemente con l’inesauribile sete di giustizia e pluralismo che legano il popolo italiano ed europeo.
Una occhiata veloce alla carta. Legge costituzionale n. 1/2022 “Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente”. Una maggioranza schiacciante approva in entrambe le camere l’inserimento dell’ambiente come oggetto di tutela da parte della Repubblica, così come il divieto, nell’articolo 41, dell’iniziativa economica privata che danneggi l’ecosistema, con un inevitabile danno nei confronti del benessere sociale.
40 anni dopo una timida apertura verso gli ideali ambientalisti, oggi possiamo vantare la tutela ambientale riconosciuta non solo fra i nostri principi fondamentali, ma come sostanziale indirizzamento giuridico di cura di ciò che viene definito “interesse delle future generazioni”. Lo stesso articolo si apre con la promozione della cultura, all’interno della quale viene dunque riconosciuta la sensibilizzazione sull’ecologia ed il rispetto della biodiversità come agente determinante nella lotta per lo sviluppo delle energie rinnovabili e del contrasto all’inquinamento. Ancora una volta la Costituzione si è rivelata pronta a ricevere, su spinta di una iniziativa politica coscienziosa, uno dei valori più inderogabili del contemporaneo. “Siamo entrati nella terza fase della storia costituzionale” dichiara l’ex ministro Orlando, nella quale il fulcro dei dibattiti e dei conflitti fra Corte costituzionale, Parlamento italiano e Corte di Strasburgo è soprattutto il rapporto uomo-tecnologia. In un assetto geopolitico reticente ad affrontare in modo coeso la sfida climatica, come dimostrato anche dall’ultima Cop 27 a Sharm El-Sheikh (consiglio vivamente la lettura del nostro editoriale a riguardo), la Costituzione italiana assume una posizione netta e senza ambiguità.
Se sulla tematica ambientale la modifica costituzionale è segno di una svolta di sensibilità collettiva, parlando di carceri la dott.ssa Buccoliero, esperta operatrice nel settore, ci restituisce un quadro disincantato e critico. Già con il nostro progetto Hackatraz, sfida che ha coinvolto circa sessanta ragazzi di tutta Italia per la progettazione di un nuovo modello di regime penitenziario, abbiamo potuto sottolineare le grandissime problematiche e mancanze del settore carcerario italiano. Evidenziando solo le caratteristiche più note in materia, osserviamo tassi di recidiva che arrivano ad un inaccettabile 60 per cento, la stragrande maggioranza delle infrastrutture in stato di sovraffollamento e degrado, ed un limitatissimo coinvolgimento dei detenuti in programmi di rieducazione e apprendimento.
La combinazione di questi e altri fattori rendono il carcere essenzialmente una “scuola del crimine” afferma la dott.ssa Buccoliero, dichiarazione che coincide con l’esperienza dell’ex ergastolano Carmelo Musumeci, il quale, tramite una vivida ed edificante testimonianza all’Hackatraz, ha raccontato agli studenti dei suoi anni passati in detenzione ostativa.
In questo campo la politica attiva ha fatto ben poco per mettere in atto le leggi del ‘75 in linea con l’articolo 27 della costituzione sul fine rieducativo della pena ed il rispetto della dignità umana, il che non comporta solo una plateale violazione del nostro statuto ma anche ripetute condanne della Corte di Strasburgo per reati di tortura e trattamenti degradanti. A fronte di questo complesso quadro la dott.ssa Buccoliero ha esposto l’incombente necessità di diminuire l’afflusso di nuovi carcerati come prerogativa per migliorare le attuali condizioni dei detenuti, esponendo i fattori positivi di riforme come quella Cartabia. Questa riforma in particolare è volta anche ad aumentare le forme alternative di pena e le iniziative di percorsi professionali all’interno dei penitenziari, i quali si sono dimostrati un fattore più che determinante nella riduzione del tasso di recidiva con risultati sorprendenti. Ancora una volta è chiaro il riflesso sull’Articolo 27, l’irreprensibilità di quel valore rieducativo costituzionale nato per salvare anche gli ultimi degli ultimi da un sistema carcerario troppo spesso spietato.
Sono queste due delle tante riflessioni proposte da Politics Hub sulla Costituzione, trainate dal vivo dibattito dei nostri ospiti durante la prima serata del Festival, il quale ci ricorda ancora una volta il ruolo di protagonista del testo costituzionale nella tutela dei cittadini e del futuro della Repubblica. La Costituzione non può che essere un faro per la politica italiana, soprattutto se vogliamo concretizzare la speranza di un futuro promettente per i nostri giovani. La divulgazione e la sensibilizzazione dello studio e affezione verso il testo costituzionale è il primo passo per formare le generazioni della prossima Italia, per rilanciare quei valori di umanità e dignità che hanno plasmato la nostra democrazia e la nostra Europa.
Paolo Zurlo
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