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TRABAJO Y PERSONA: SCOMMETTERE SUL LAVORO PER IL RILANCIO PERSONALE E DELLA SOCIETÀ

Aggiornamento: 2 apr 2023

In dialogo col fondatore Alejandro Marius

 
"Il lavoro deve essere innanzitutto una vocazione e un mezzo utile per il proprio sviluppo e quindi per quello della società intera".
"Solo riconoscere che Cristo ha giá vinto sui mali della vita, permette di superare quel senso di impotenza che deriva inevitabilmente dal fronteggiare situazioni così complesse".
 

Alejandro Marius, ingegnere venezuelano, fondatore e manager dal 2009 di Trabajo y Persona: associazione no-profit di formazione ed inserimento nel mondo del lavoro, operante in Venezuela.



 

Come nasce Trabajo y Persona?

“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso?” (Lc, 9,25).

È quello che si è chiesto una decina d’anni fa Alejandro Marius, nato in Uruguay, ma trasferitosi da piccolo in Venezuela, di cui si considera originario. Dopo la laurea in ingegneria elettronica, Alejandro ha lavorato a lungo come manager di diverse aziende internazionali nel settore Telecom per l'America Latina. Posto fisso, stipendio invidiabile, carriera in ascesa: aveva insomma tutto ciò a cui tanti di noi potrebbero aspirare. Ma viaggiava molto, senza potersi godere, come avrebbe voluto, la sua famiglia, i suoi amici e il suo ruolo di cittadino e pian piano si faceva strada in lui un pressante senso di insoddisfazione per le sue scelte lavorative.

Alejandro concepiva il lavoro innanzitutto come una vocazione, un compimento della propria natura, e si era accorto che a quel lavoro mancava qualcosa. Grazie ad un dialogo con una suora benedettina sono emerse domande molto intense sul senso della sua vocazione professionale e cosí ha capito tre aspetti fondamentali della sua vita: la passione per l'educazione (fin dai tempi delle scuole secondarie gli piaceva aiutare i compagni in difficoltà coi compiti), l’amore per il lavoro manuale (trasmessogli dal padre nella costruzione della loro casa), e una certa propensione per gli affari, emersa sin dall’infanzia.

Decide quindi di lasciare il lavoro per fondare Trabajo y Persona. L'associazione nasce proprio dal desiderio di coniugare le sue passioni con la volontà di fare qualcosa per il Paese: "fare politica" nella vita quotidiana, servendo gli altri.


Obiettivi e risultati dell'associazione

Probabilmente Alejandro non si aspettava, ai tempi, che da una scelta legata ad un’esigenza personale sarebbe nata un’esperienza così grande. In collaborazione con centri per l'impiego, aziende e università, vengono fondate scuole di formazione per i lavori più diversi: da meccanici ad imprenditori del cioccolato, da parrucchieri a badanti (necessarie per la gran quantità di anziani lasciati soli dai figli, costretti a lavorare all'estero), da cuochi a falegnami.

Alejandro si ritrova persino a fare da manager musicale, quando, spinto dall'intraprendenza e passione di un amico aspirante chitarrista jazz, segue la registrazione di un disco per i dieci anni di Trabajo y Persona contenente canti della tradizione del lavoro in Venezuela.

L'obiettivo dell’associazione è mettere l'individuo al centro e aiutarlo a concepire il lavoro come mezzo utile per il proprio sviluppo e quindi per quello della società intera; per questo i percorsi professionali non vengono mai pensati a priori, ma nascono dall’attenzione alle passioni e necessità delle persone.

Grazie a Trabajo y persona, piú di tremila persone finora hanno potuto partecipare a programmi di formazione ed essere introdotte nel mondo del lavoro.


Come mantenere la speranza nei momenti di difficoltà?

Negli anni ovviamente le difficoltà non sono mancate, soprattutto per l’immensità dei problemi che la società venezuelana sta affrontando.

Come mantenere dunque la speranza? “100% fede", risponde Alejandro con estrema semplicità, e ci tiene a sottolineare quanto il suo credo in Cristo faccia ogni giorno la differenza: riconoscere che Lui ha giá vinto sulla morte, sui mali della vita, sulla sofferenza… solo questo permette di superare quel senso di impotenza che deriva inevitabilmente dal fronteggiare situazioni così complesse.

È da qui che proviene una serenità che a guardarla da fuori appare straordinaria e una disponibilità verso ciò che accade incredibile.

Se non ci sono abbastanza soldi per qualche progetto, si cerca di trovare una soluzione, anche grazie ai tanti sostenitori che l’associazione vanta in tutto il mondo, in particolare in Italia.

Il denaro raccolto ad una cena in Brianza, giusto per fare un esempio, è servito per pagare lo stipendio di un insegnante che si dedica ad un’attività di doposcuola in una zona di campagna lontana 3 ore della cittá piú vicina.

Ed è così che anche i limiti diventano una possibilità: la crisi non è più solo un dramma, racconta, ma anche l’occasione per rinunciare al superfluo, per riconoscere e lasciare spazio a ciò che davvero è essenziale.

Come rinunciare, del resto, alla bellezza di un progetto simile, se è lì che è chiamato a mettersi in gioco?

 

Politics Hub ringrazia il relatore per la disponibilità al dialogo e alla condivisione della sua esperienza.

Dalla testimonianza di Alejandro traiamo importanti spunti per riflettere sul valore del lavoro, sull’importanza di tenere fede alla propria vocazione e sul coraggio di mettersi in gioco nelle difficoltà per un proficuo sviluppo personale e della società tutta.


Silvia e Noemi

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