BElgium NEtherlands LUXembourg, BENELUX
È il 1943, e i tre stati, alle prese con gli ultimi spasimi della guerra, decidono di firmare una convenzione monetaria con l'obiettivo di rinforzare le relazioni economiche e regolamentare le transazioni; l'anno seguente viene siglata un'unione doganale (che entrerà in vigore nel 1948), che stabilisce dazi unificati all'interno dei territori.
Poi nel '53 è la volta di una politica commerciale comune, dell'anno seguente è l'accordo sulla libera circolazione del capitale, e nel '58 nasce l'Unione economica Benelux, con durata stabilita di 50 anni. Allo scadere di questo periodo, nel 2008, viene firmato il Trattato Benelux, con durata potenzialmente illimitata e con obiettivi che si estendono oltre allo sviluppo del mercato interno e dell'Unione economica, per toccare materie di giustizia e affari interni. È un embrione di Unione politica.
La presidenza dell'Unione (nel Comitato dei ministri) è ricoperta a turno da uno dei Paesi, in modo da stabilire obiettivi comuni nelle aree di cooperazione; una Corte di giustizia vigila sull'applicazione uniforme della giustizia; il Consiglio redige la documentazione ad uso dei ministri, laddove necessario.
Molti di questi nomi, molti dei trattati (si sarà notato) hanno similitudini o addirittura coincidenze con nomi e trattati fondativi dell'Unione Europea. Ebbene, non è un caso: la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (nata nel 1951) prende ispirazione dagli accordi Benelux del '44 e '48; la Comunità Economica Europea (nata nel 1957) dall'Unione economica Benelux (che peraltro accoglie fin da subito al suo interno: Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo sono fra i sei fondatori); il Sistema Monetario Europeo fissava dei tassi di conversione fra le valute europee in modo non dissimile da come gli accordi del '43 avevano fatto all'interno dei tre paesi.
Ma è vero anche il contrario, che l'avanzamento del progetto UE ha ispirato gli accordi del 2008, che hanno espanso le competenze dell'Unione Benelux, avvicinandole a quelle dell'UE. E non è una coincidenza che gli accordi per la libera circolazione di merci e persone siano stati siglati nel 1985 da Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, insieme a Francia e Germania, proprio nella città lussemburghese di Schengen.
I tre paesi continuano la loro cooperazione in seno all'UE di cui sono ispiratori e membri fondatori, ma traggono anche ispirazione dalle idee maturate in seno alla più ampia collaborazione europea.
Tra marzo e aprile abbiamo visto frizioni nel dibattito europeo, in particolare con l'opposizione ferma dei Paesi Bassi all'emissione dei cosiddetti eurobond. Il Paese, comunque dotato di una solida economia, ha esercitato una grossa influenza nella deriva iniziale del progetto anche grazie al vantaggio di poter contare su un canale privilegiato per influenzare le decisioni di altri due membri dell'UE: questo ha permesso ai Paesi Bassi di avere un potere contrattuale maggiore di quanto non avrebbe avuto da sé. Ed è questo il medesimo principio che, in un'Unione Europea funzionante al massimo delle sue potenzialità, dovrebbe permettere ai singoli Paesi di poter contrattare alla pari con altri giganti.
Emanuele Alleva
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