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L’intervista di Matteo Renzi a bin Salman: riflessioni su deontologia e politica

Aggiornamento: 4 apr 2023

Il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman è stato denunciato quale mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi e per la persecuzione di altri 34 giornalisti, accuse per le quali dovrà rispondere davanti alla Corte Suprema di Karlsruhe.

Il caso ha fatto molto scalpore in tutto il mondo, considerata la rilevanza internazionale dell’Arabia Saudita sia in ambito geopolitico che come partner commerciale dei Paesi occidentali.

In Italia l’opinione pubblica si è dimostrata ancora più sensibile alla questione, visto che l’ex Primo Ministro Matteo Renzi è stato recentemente protagonista di una intervista molto riverente nei confronti del principe ereditario.

Ovviamente, non pochi sono gli interrogativi che è possibile porre in relazione alla questione.

E’ opportuno che un parlamentare della Repubblica Italiana intrattenga rapporti con Paesi illiberali e che calpestano i diritti umani? Quali sono i profili deontologici che un politico, già Presidente del Consiglio di una importante nazione europea, deve mantenere?


L’intervista di Matteo Renzi a bin Salman fa parte di un ciclo di conferenze sul “Rinascimento” dell’Arabia Saudita, organizzate da un think tank di cui lo stesso Renzi fa parte.

Il Medio Oriente sta infatti vivendo un momento economicamente molto prospero ed è sicuramente un partner commerciale fondamentale per i Paesi occidentali. Di qui discende la necessità di intrattenere rapporti diplomatici con i Paesi mediorientali, nonostante la conclamata violazione dei diritti umani che ivi notoriamente avviene. E’ impensabile emarginarli e posizioni esclusivamente ideologiche e di principio, volte ad escluderli dal mercato globale per la violazione dei diritti fondamentali, sono sicuramente dannose.

Le relazioni politiche e diplomatiche vanno quindi mantenute, anche attraverso i propri rappresentanti, che hanno la responsabilità di tessere i rapporti con le altre Nazioni.

Tuttavia, è al contempo innegabile che in Italia vi sia un problema storico sui legami dei principali partiti politici con Paesi illiberali. Storicamente, infatti, il Partito Comunista Italiano ha mantenuto costanti i rapporti con l’URSS, in piena guerra fredda, mettendo a volte a repentaglio la stessa permanenza dell’Italia nel Patto Atlantico.

Da ultimi, non pochi sono stati gli avvicinamenti tra le attuali forze politiche italiane e Paesi autoritari. Basti pensare alle simpatie della Lega per la Russia, agli ammiccamenti del Movimento 5 Stelle per la Cina e ai cospicui finanziamenti donati dall’Arabia Saudita al principale rappresentante di Italia Viva.

Sicuramente queste relazioni non possono passare inosservate e potrebbero determinare nel lungo periodo dei seri risvolti geopolitici ed economici. E’ quindi necessario che le forze politiche rinuncino alle lusinghe di Paesi ricchi ma assolutisti e riconoscano al più presto e con forza il pieno allineamento della nostra Nazione con i valori occidentali.

Il problema è stato altresì sotteso dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha coraggiosamente ribadito nel discorso alle Camere prima della mozione di fiducia, l’importanza del profilo atlantista dell’Italia, a differenza delle posizioni ondivaghe e a tratti antieuropeiste espresse dai governi che lo hanno preceduto.


Sul caso di specie, occorre comunque altresì interrogarsi sulla responsabilità morale dei comportamenti che un politico può tenere, trattandosi tra l’altro di un ex presidente del Consiglio.

Nulla quaestio sulla legittimità di Matteo Renzi, sia come privato cittadino che come parlamentare, di condurre l’intervista al principe ereditario bin Salman, essendo suo pieno diritto partecipare a conferenze e dibattiti, con qualsivoglia interlocutore.

Tuttavia, non ci si può esimere dalla considerazione di alcuni rilievi di carattere etico.

L’intervista è stata condotta con tono molto riverente nei confronti del principe saudita, avendo l’ex Primo Ministro mantenuto per tutta l’intervista un profilo estremamente “compiacente”.

I problemi di critica sono quindi legati al tono e all’atteggiamento tenuto nell’intervista, sicuramente deprecabili vista la gravità delle accuse rivolte al principe bin Salman.

Per alcuni, la mossa di Renzi ha dato un'immagine discutibile dell'Italia, di cui è pur sempre rappresentante, nel suo rapporto con bin Salman. Secondo altri, invece, Renzi ha agito legittimamente in veste di privato cittadino per cui non si dovrebbe sovrapporre il piano etico a quello politico.

In ogni caso, ritenere che non si possano porre limiti morali ad azioni attinenti alla sfera politica sembra essere un altro dei mali atavici della politica italiana.

E’ necessario essere realisti e considerare che in politica è normale che siano in gioco anche le attività di gruppi di interesse. Tuttavia, negli ultimi cinquanta anni in Italia la classe politica è stata sempre più protagonista di atti di giustificazione di comportamenti dannosi ed eticamente scorretti (quali la giustificazione della corruzione e di politiche clientelari), sulla base di una errata interpretazione del “Principe” di Machiavelli, per la quale in politica è possibile qualsiasi attività, senza alcun limite.

I protagonisti politici italiani degli anni ’80 hanno quindi iniziato a gettare le base di una politica sempre più di basso profilo, con pochi obiettivi nel lungo termine e restìa ad affrontare i problemi strutturali del Paese.

Occorre sin da ora iniziare a costruire una nuova classe politica, più intellettualmente onesta e preparata di quella attuale, per poter risollevare il Paese dal sempre più rapido declino.


Giuseppe Scaramuzzino

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